Nel 1576 gli abitanti di Solbiate si radunarono in piazza per discutere una questione sorta in paese. Gli uomini del paese sostenevano che Solbiate fosse una parrocchia. Il sacerdote Giovanni Paolo Boldoni, che l’anno precedente aveva ottenuto il beneficio legato alla chiesa di Sant’Alessandro cedendo in cambio il titolo di prevosto di Uggiate a Cressino del Ponte, affermava invece che tale beneficio non era parrocchiale e non comportava l’obbligo della cura delle anime. Così l’aveva ricevuto da Cressino del Ponte il quale, a sua volta, così l’aveva avuto dal fratello Andrea, che glielo aveva passato nel 1529. Lo stesso del Ponte, però, era poi entrato nel consorzio dei parroci della pieve e aveva esercitato i compiti tipici di un parroco e i Solbiatesi asserivano che né lo stesso Giovanni Paolo Boldoni, quando era prevosto di Uggiate, né suo zio Nicola Boldoni, che aveva ricoperto tale posizione prima di lui, si erano mai occupati della cura delle anime di Solbiate come avrebbero dovuto fare se, anziché una parrocchia separata, fosse stato un territorio dipendente dalla parrocchia di Uggiate. La situazione era confusa e le discussioni continuarono per anni. Nel 1583 il sacerdote Pompeo Somazzi presentò alla curia comense una bolla pontificia in cui si riconosceva Solbiate come parrocchia e si annullava la cessione fatta da Cressino del Ponte. Dal momento che quest’ultimo era nel frattempo morto, si doveva assegnare il beneficio, ritenuto parrocchiale, ad altro sacerdote e il prescelto fu Somazzi. Neppure in questa occasione spuntò un atto di fondazione della parrocchia, ma Solbiate venne riconosciuta di fatto come tale e dal 1583 ciò non fu più messo in discussione.
Negli atti delle visite pastorali si possono trovare annotazioni sulla chiesa di Sant’Alessandro di Solbiate e su qualche problema, come la mancanza di una sacrestia o un cassone che era di ingombro in chiesa, già verso la fine del XVI secolo.
Agli inizi del secolo successivo si lavorò alla chiesa. Se le parole usate in un documento sono precise, anzi, fu proprio costruita una nuova chiesa. Nel 1671 si contavano tre cappelle, mentre nel 1685 erano diventate cinque: ne erano state aggiunte una per le reliquie donate alla chiesa e una dedicata a san Clemente, cui era attribuita la reliquia più insigne, giunta a Solbiate nel 1676.
Un’ampia opera di ristrutturazione fu fatta partire nel 1853. Nel corso dei lavori il campanile, in precedenza separato dalla chiesa, fu unito ad essa.
Un decennio dopo Giuseppe Poretti e i figli ebbero l’incarico di dipingere gli interni. Tra il 1925 e il 1926 si lavorò ancora alla decorazione della chiesa affidando gli stucchi ai fratelli Luigi e Carlo Bianchi, di Ligurno (Canton Ticino), e i dipinti a Carlo Cocquio, pittore della stessa località. Il 10 maggio 2010 dopo tre anni di richieste di autorizzazioni, di studi, di elaborazione di progetti, di richieste di preventivi vari, iniziano i lavori di restauro conservativo della chiesa parrocchiale. Il 7 dicembre 2010 nel pomeriggio alle ore 16.00 con una Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Armando Brambilla, Vescovo Ausiliare di Roma, concelebrata dal parroco don Cesare Bianchi e dal collaboratore don Peppino Villa si inaugura la chiesa parrocchiale completamente restaurata.
La chiesa di San Quirico fu costruita agli inizi del ‘700 per devozione verso la Madonna. Vi fu posta una statua della Madonna Addolorata e la chiesa negli atti di visita pastorale è spesso indicata come chiesa (o “oratorio”) della Madonna Addolorata.
La chiesa fu restaurata tra il 1951 e il 1952.
La parrocchia di Concagno è stata fondata nel 1880. In precedenza Concagno faceva parte della parrocchia di Cagno.
Nel 1801 fu richiesta l’istituzione di una vicaria, dato che la sola celebrazione della messa festiva nella chiesa di Concagno era ritenuta insufficiente per gli abitanti del luogo e si voleva che fosse presente un sacerdote per celebrare altre messe, spiegare la dottrina, fare scuola ai ragazzi, celebrare lì i battesimi togliendo la necessità di portarli fino a Cagno, ascoltare le confessioni, assistere spiritualmente gli abitanti e specialmente i malati. La vicaria fu fondata nel 1802.
Qualche decennio dopo gli abitanti di Concagno chiesero che la vicaria fosse trasformata in una parrocchia separata da Cagno. A Concagno si celebravano i battesimi, ma per i matrimoni ci si doveva recare alla parrocchia di Cagno e là le coppie di Concagno, secondo quanto veniva riferito in una lettera del 1879 alla curia vescovile, erano accolte con parole non rispettose e una volta era stato addirittura gettato contro la sposa un gatto morto (gli abitanti di Concagno erano soprannominati “gatti”). La richiesta fu accolta e nel 1880 Concagno divenne una parrocchia.
La chiesa di Concagno è intitolata ai Santi Lorenzo e Fermo (negli atti delle visite pastorali fino alla metà del ‘600 c’è solo l’intitolazione a san Fermo, in seguito compare anche san Lorenzo). Nella visita pastorale del 1592 fu annotata la presenza di dipinti “assai belli” della Madonna, di san Fermo, di san Sebastiano e di altri santi.
Nel 1841 furono eseguiti lavori di rinforzo della volta e fu reso più alto il campanile, l’anno seguente la chiesa fu ingrandita e quello ancora successivo fu posto l’orologio sul campanile.
Tra il 1872 e il 1874 la chiesa fu ancora ampliata anche se, secondo il giudizio del parroco don Luigi Grassi, “in modo irregolare e contrario all’estetica”. Solo qualche anno dopo si ripresero i lavori, ma anche questo non furono giudicati del tutto soddisfacenti e negli atti della visita del 1900 si diceva che la chiesa era stata “ampliata a varie riprese senza ordine nel disegno”. Ulteriori lavori furono svolti tra il 1905 e il 1906. Tra il 1910 e il 1911 fu ricostruito il campanile per il quale, nel 1914, il comune donò un nuovo orologio. Tra il 1921 e il 1922 si lavorò ancora alla chiesa.